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The Columbia World Library of Folk and Primitive Music
The battle (Cantastorie: La battaglia)

Album: The Columbia World Library of Folk and Primitive Music compiled and edited by Alan Lomax. Southern Italy and the Islands. Edited by alan Lomax and Diego Capitella.
Date: [19-]
Performer: Roberto Genovese
Composer: Anon.;Traditionnel/Traditional
CMC, Carenza Collection: 33-5A-00934
VERSIONE ORIGINALE IN ITALIANO E SICILIANO  |  Map: Regional Origin

Nota: Recitato dal narratore di ballate Roberto Genovese, Palermo, Sicilia, regstrato da Alan Lomax. In Sicilia, la tradizione cavalleresca era molto presente nelle trame del teatro dei pupi, nelle pitture dei carretti e nelle narrazioni di poemi cavallereschi, che venivano rappresentati vicino al Palazzo dei Normanni di Palermo ogni pomeriggio d’estate. Seduto al centro di un cerchio composto da uomini anziani e da giovani, il narratore di ballate, facendo cenno con una spada di legno, racconta le interminabili avventure di Rinaldo e Orlando, i soldati di Carlo Magno, e le loro sanguinose battaglie contro gli infedeli, storie che ha imparato a memoria e che in parte si basano sui poemi di Ariosto, Boiardo e altri. Tutti attendono le scene della battaglia, quando il narratore, la sua faccia distorta dalla furia del combattimento, taglia l’aria con la sua spada, spezzando allo stesso tempo le sue parole, in modo da scaldare i suoi ascoltatori. Qui, Rinaldo sfida Orlando.

La battaglia

“Se tu vuoi fare la pace, io son pronto, ma se tu vuoi sangue, sangue avrai. Perché tu ben sai che Fusberta non ha avuto mai paura del taglio di Durlindana.” Quindi dissi: “Se vuoi venire a paragone delle armi e vuoi vendicare tuo zio Carlo e quel patrigno tuo del Conte Gano di Magonza, prenditi la distanza, dissi, che son pronto ad affrontarti”.
Come Gano di Magon/za vede Orlan/do
digrigna i den/ti e lo bestem/mia la sua sor/te
appellan/dolo traditore e vigliac/co
e corre e si pren/de la distan/za
e lo stesso fe/ce lo Con/te di Rinaldo
ma come quando fu/rono a grande distan/za
i due cavalie/ri in nome delle alte mu/ra
guarda/vano attentamen/te l’incon/tro
dei due terri/buli figlio/li...

TRADUZIONE IN ITALIANO

Nota: Recitato dal narratore di ballate Roberto Genovese, Palermo, Sicilia, regstrato da Alan Lomax. In Sicilia, la tradizione cavalleresca era molto presente nelle trame del teatro dei pupi, nelle pitture dei carretti e nelle narrazioni di poemi cavallereschi, che venivano rappresentati vicino al Palazzo dei Normanni di Palermo ogni pomeriggio d’estate. Seduto al centro di un cerchio composto da uomini anziani e da giovani, il narratore di ballate, facendo cenno con una spada di legno, racconta le interminabili avventure di Rinaldo e Orlando, i soldati di Carlo Magno, e le loro sanguinose battaglie contro gli infedeli, storie che ha imparato a memoria e che in parte si basano sui poemi di Ariosto, Boiardo e altri. Tutti attendono le scene della battaglia, quando il narratore, la sua faccia distorta dalla furia del combattimento, taglia l’aria con la sua spada, spezzando allo stesso tempo le sue parole, in modo da scaldare i suoi ascoltatori. Qui, Rinaldo sfida Orlando.

La battaglia

“Se tu vuoi fare la pace io sono pronto, ma se tu vuoi sangue, sangue avrai. Perché tu ben sai che Fusberta non ha mai avuto paura del taglio di Durlindana.” Quindi dissi: “Se vuoi venire a paragone delle armi e vuoi vendicare tuo zio Carlo e quel tuo patrigno, il Conte Gano di Magonza, prendi la tua distanza, dissi, perchè sono pronto ad affrontarti”.
Non appena Gano di Magon/za vede Orlan/do digrigna i den/ti e lo bestem/mia alla sua sor/te chiaman/dolo tradito/re e vigliac/co e corre e pren/de la sua distan/za e lo stesso fe/ce quel pron/to di Rinal/do. Ma quando fu/rono a grande distan/za i due cavalie/ri, in nome delle alte mu/ra, guarda/vano attentamen/te l’incon/tro dei due terri/bili figlio/li...

ENGLISH TRANSLATION

Note : Recited by the balladeer Roberto Genovese, Palermo, Sicily, recorded by Alan Lomax. In Sicily, the chivalric tradition was very much alive in the plots of the puppet theatre, the paintings on the carts and the recitation of chivalric poems, which took place every afternoon during the summer near the Norman palace in Palermo. Seated in the middle of a circle of old men and boys, the balladeer, gesturing with a wooden sword, recounts the interminable adventures of Roland and Oliver, the wars of Charlemagne, and their bloody battles with the infidels, stories that he has learned by heart and are based in part on the poems of Ariosto, Boiardo and others. Everyone waits for the battle scenes, when the narrator, his face distorted by the fury of the fight, cuts the air with his sword, chopping his words at the same time, in a way that excites his listeners. Here, Rinaldo is challenging Orlando.

The Battle

“If you want to make peace, I am ready, but if it’s blood you want, blood you shall have. Because you know very well that Fusberta [Rinaldo’s sword] has never been afraid of Durandal’s blade [Orlando’s sword]”. Then he said, “If you want an armed confrontation and want to avenge your uncle Charlemagne and that stepfather of yours Count Ganelon of Mayence, stand at a distance, he said, for I am ready to deal with you.”  As soon as Ganelon of Mayen/ce sees Orlan/do, he grinds his teeth and cur/ses his luck, cal/ling him a traitor and a co/ward. And, running, he got some distan/ce, as does Rinal/do. But when they we/re a good distan/ce apart, the two knights atten/tively watched, in the name of the high walls, the encoun/ter of the two terri/ble youths . . .

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